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Risanamento conservativo e restauro dei paramenti esterni del campanile della chiesa parrocchiale ss. Sisinio Martirio e Alessandro

L’attuale chiesa parrocchiale di Cremella è l’antica chiesa del monastero benedettino di San Pietro. Essa conserva ancora tracce della sua antichità, nonostante le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli; purtroppo i restauri dell’Ottocento e degli anni ’50 del Novecento hanno pesantemente modificato l’interno, e impediscono di cogliere l’antica struttura della chiesa monastica, che era divisa in chiesa pubblica e chiesa interna riservata alle monache. All’interno dell’edificio sacro oggi sono conservate, pur avulse dal contesto originario, delle opere d’arte di grande rilievo.

 

La torre campanaria- stato di fatto

All’esterno, l’attuale torre campanaria ha mantenuto  la sua originaria struttura medievale, possente e allo stesso tempo agile e slanciata. La torre è a pianta quadrata, con una base ponderosa che rivela nelle murature le tracce di un passato ancora più antico: si possono facilmente scorgere nel paramento murario le pietre tombali di sarcofagi romani, riutilizzate come materiale costruttivo dai capimastri  medievali. Nella parte mediana il fusto è decorato con due svecchiature appena affondate tra larghe lesene, raccordate da una cornice a sei archetti (è il modulo architettonico tipico del romanico lombardo, che riecheggia i più significativi esemplari dell’architettura milanese e comasca). La  parte  superiore  del  campanile   è stata rimaneggiata nei secoli seguenti: è abbastanza evidente che le due finestre ad arco sono un inserimento successivo alla bifora e alla trifora della cella campanaria; anche la cornice che chiude la parte sommitale non è quella originaria.

 

Descrizione  lavori eseguiti- anno 2012

Restauratore- Aurelio Ravasio

Durante la fase di pulitura dei fronti del campanile si è rilevata la presenza di ampie zone ancora ricoperte dall’intonaco originario di rivestimento. In particolare, a partire dalla cella campanaria andando a salire, si evidenzia una fascia di intonaco cementizio ancora ben aderente alla superficie, di colore più scuro dal restante intonaco visibile sull’intero manufatto.Inoltre si è riscontrato un evidente problema di distacco con grande frammentazione e piccole fratture facilmente accessibili all’acqua sull’intonaco residuo.L’intervento eseguito ha teso a raccordare le due fasce di intonaco, rivestendo il supporto murario con affioramento di mattoni con malta a base di calce idraulica, come da progetto autorizzato. Successivamente si è proceduto attenuando con velatura a calce la diversità cromatica delle due fasce d’intonaco che creavano un impatto visivo eccessivo. Per quanto riguarda i problemi di distacco, fratture e microfratture  si è reso necessario procedere oltre che alla rimozione delle parti eccessivamente decoese, al preconsolidamento corticale con estere di silice, alla sigillatura di fratture    e  microfratture  ed    alla riadesione mediante iniezione di calce per le parti più distaccate e di nanocalce dove la calce da iniezione non riusciva a penetrare. La particolare esposizione agli agenti atmosferici su un manufatto di questa  tipologia, che si sviluppa in altezza, in assenza di un compatto “strato di sacrificio” si consiglia a nostro avviso l’applicazione di idrorepellente a base di alchil silani che, a un intonaco poroso come questo, garantisce comunque sufficiente traspirabilità aumentando la durata dell’efficacia dell’intervento.